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17-10-2023
Sezione: WEB
L'ex comandante della Vespucci, Gianfranco Bacchi, al Lions Alberto Pio: racconti di mare, vento, vele e musica Sociale - Voce: notizie di Attualità, Cultura, Sociale, Sanità e Sport per la città di Carpi
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L'ex comandante della Vespucci, Gianfranco Bacchi, al lions Alberto Pio: racconti di mare, vento, vele e musica
“Sale e vento in faccia: senza non so starci”, ha detto il capitano di vascello della Marina militare Gianfranco Bacchi, (secondo da sinistra, nella foto) già comandante della nave scuola Amerigo Vespucci dall'ottobre 2019 al settembre 2021, ospite della serata indetta in suo onore al ristorante L'Anatra di Cortile dal lions club Carpi Host presieduto da Cristina Ascari. E' già rimpianto, per il marinaio originario di Forlì e prossimo al ritiro, che si è presentato spiegando di non avere avuto alle spalle "...nessuna tradizione marinara di famiglia, essendo mio padre camionista e mia madre camiciaia; e mai avuto a che fare con il mare, a parte qualche uscita con barchette a vela, prima dell'Accademia di Livorno”. Appena 53enne, è marinaio di lungo corso dopo 35 anni in Marina, prima al comando di Capricia, il veliero donato da Giovanni Agnelli per la formazione degli allievi, poi di varie navi da guerra, con le pause tra un imbarco e l'altro dedicate alla vela fino a farne la passione della vita e a diventarne un professionista di rango. Infine, e prima di alti incarichi alla Nato, c'è stato a quella che viene considerata la nave più bella del mondo, quell'Amerigo Vespucci dai tremila metri quadrati di velature e quattrocento uomini di equipaggio, inclusi gli allievi, carica della gloria dei suoi 92 anni di navigazione su tutti i mari e considerata una sorta di ambasciata d'Italia galleggiante: una nave, per dirla con il suo ex comandante Bacchi, "...da cui non si scende mai”. segue
Con quel veliero che tutto il mondo ci invidia, Bacchi, uomo di straordinaria verve e vivacità, capace di infilare uno dietro l'altro una sequela di aneddoti che hanno tenuto avvinti, divertiti e commossi gli ospiti della serata, Bacchi, si diceva, ha sfiorato il giro del mondo. Alla fine del 2019 gli fu prospettato infatti di portare il veliero a Tokyo, per ospitare Casa Italia alle Olimpiadi; e poi di aggiungervi un ritorno non banale, attraversando cioè il Pacifico, per raggiungere la California, circumnavigare Capo Horn e risalire l'Atlantico per il rientro. Detto fatto, partono i preparativi per affrontare diciotto mesi di navigazione: scelta degli uomini, studio delle rotte, preparazione della cambusa compreso l'imbarco di cospicue quantità di vino in rappresentanza del made in Italy. Ma poi scoppia la pandemia: rinvio delle Olimpiadi, nave malinconicamente ferma per mesi a La Spezia, equipaggio sfoltito. Finché scocca la scintilla che mette d'accordo il capitano Bacchi e il comando dello Stato Maggiore: partire e stare in mare, senza meta, facendo della Vespucci un veicolo di speranza e ottimismo, per l'Italia imprigionata nel lockdown. La condizione è non entrare mai nei porti per evitare contagi. E' così che nasce il format, che solo un romagnolo creativo, appassionato di musica e con compimento inferiore di pianoforte come lui poteva inventare: la Vespucci che diventa protagonista di video, fatti con il drone e con accompagnamento di note diffuse con casse a bordo e attinenti all'anima musicale delle città sfiorate: musiche di Ennio Morricone il giorno della notizia della sua scomparsa, di Pino Daniele nel canale di Procida, di Fabrizio De André a Genova per l'inaugurazione del nuovo ponte di Renzo Piano e in Sardegna con un canto della tradizione fatto eseguire da cantanti locali con l'accompagnamento dell'improvvisata orchestra di bordo (“A un certo punto mi sono accorto che nell'equipaggio c'erano una sacco di strumentisti che ignoravo”). Se la gente non poteva più, nei porti, salire a visitare la nave, quei video diffusi attraverso i social portavano la Vespucci nelle case della gente.
L'esperienza di quel viaggio, meno avventuroso del giro del mondo, ma certamente più carico di spirito di solidarietà e vicinanza alla popolazione in un momento così difficile, il comandante Bacchi l'ha raccontata in un libro, "Il punto più alto” (Bologna 2021, 239 pagine, 20 euro) che ha venduto migliaia di copie. E' seguito un altro libro, "C.A.P.O.” ( Bergamo, 2023, 43 pagine), acrostico composto con le iniziali di Conoscenza, Autorevolezza, Partecipazione e Originalità scritto con Matteo Rampin, medico psichiatra. Ha avuto un buon successo soprattutto nell'ambito delle organizzazioni aziendali, perché approfondisce, non con approccio manualistico (“Per questo non ho mai voluto usare la parola leadership”), ma attraverso il racconto di episodi vissuti, che cosa significa e come si esercita il comando. Perché, spiega Bacchi nel retro di copertina, "...un capo è tale limitatamente a quanto gli altri gli permettono di esserlo e quindi – si perdoni il gioco di parole – è capo chi permette agli altri di permettergli di esserlo”. Molte, al termine, le domande delle socie del sodalizio cittadino, qualcuna attinente alla navigazione, ma soprattutto a scoprire qualche risvolto personale, come il rapporto che può avere un marinaio con la famiglia e con la moglie: “Quando è nata la mia bambina – ha risposto – ero disperato, perché mi avevano assegnato il comando di una fregata e non ho potuto essere presente. L'ho fatto presente a mia moglie e lei mi ha rassicurato: non preoccuparti, per i primi dieci anni ci penso io e lei non avrà bisogno di te”. Applausi scroscianti dalle signore presenti: per la moglie.
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