GAZZETTA DI REGGIO VOLONTARIATO 18-10-2023

Sezione: EMILIA ROMAGNA
La forza dei volontari pilastro della comunità - Sempre per gli altri II mosaico dei volontari reggiani
Autore: Riccò Martina

La forza dei volontari
pilastro della comunftà
Si occupano di salute, cultura, ambiente, educazione II tratto in comune è uno: aiutare chi ha bisogno
Sempre per glì altri II mosaico
dei volontari reggiani
Una dversftà che è anche ricchezza e permette ci risooncere a bisogni diversi
ZZ
Si dicefin quando c'è vita c'è speranza ma èfinché c'è amore che c'è speranza
Martina Riccò
e organizzazioni di volontariato a Reggio Emilia e provincia sono più di 500. Si occupano di disabilità, infanzia, adolescenza, sostegno alla famiglia, migranti, donne, anziani, cultura, offrono servizi socio-assistenziali, di prevenzione socio sanitaria e operano anche in carcere. Per raccontare questa diversità, che è ricchezza, abbiamo organizzato una tavola rotondasu "Volontariato, salute e solidarietà" invitando in redazione esponenti di associazioni che si occupano di aspetti molto diversi tra loro.
Durante l'incontro—trasmesso in diretta sul profilo Facebook della Gazzetta di Reggio e tuttora visibile — sono emersi tratti in comune, uno tratutti: il desiderio di aiutare la comunità, lavolontà di esserci. Valeria Alberti, direttrice di Grade Onlus, era insieme a Paola Spaggiari, volontaria dell'associazione dal 2007. Proprio lei ha raccontato il punto di forza del Grade: «Prima di diventare volontaria sono stata paziente. Nel2002 mi è stato diagnosticato il linfoma di I Iodgkin, ero incinta di mia figlia, è stato un periodo molto difficile. Mi ha seguita il dottor Francesco Merli (attuale presidente del Grade, ndr) che poi, dopo la remissione completa della malattia, mi ha chiesto di diventare volontaria Non ho potuto dire di no. La forza del Grade — ha raccontato Spaggiari — è proprio questa: tanti dei volontari sono ex pazienti o familiari di pazienti, anche di persone che non ci sono più, uniti da un unico intento, raccogliere fondi per aiutare il Core». Da quando l'associazione è nata (la prima cellula è stata un conto corrente su cui i
medici versavano liberamente contributi), il Grade risponde ai bisogni messi in luce dai professionisti, facendo arrivare in ospedale macchinari e strumentazioni all'avanguardia, che consentono un livello di cura elevatissimo. L'impegno è continuo: finita una raccolta fondi, ne parte subito un'altra. «Per esempio adesso — rivela la direttrice Alberti — siamo al lavoro per ampliare il reparto di ematologia. Quando fu realizzato il Core, 25 anni fa, il dottor Merli disse che i posti letto non sarebbero bastati, ed è così. Il motivo è che oggi il Core è scelto da pazienti anche fuori provincia. Con un milione e300mila euro realizzeremo tre stanze in più (per un totale di sei posti letto), facendoci carico della ri
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strutturazione, dell'arredo, dei macchinari e dei dipendenti: agli undici già in organico se ne aggiungeranno altrettanti, a tempo indeterminato, che dopo tre anni saranno presi in carico dall'ospedale». Chi in ospedale c'era e, a causa del Covid è uscita e non è - ancora - ritornata, è l'associazione Vip-Viviamo in positivo (Clown in corsia). Il presidente Marcello Fornasero, nei panni del clown Mister Magoo, ha distribuito a tutti i presenti dei bigliettini con frasi di grande ispirazione: "Un sorriso sincero, colmo di felicità, è come un arcobaleno apparso in un panorama mozzafiato", per fare un esempio. «Viviamo in positivo non è solo un acronimo - ha detto Fornasero-per noi è una missione che dura da vent'anni. Proprio quest'anno festeggeremo questo importante traguardo con una grande festa». A Reggio i volontari con il naso rosso sono una cinquantina, ma a livello nazionale le associazioni confederate sono 71. «Sul territorio collaboriamo con diverse strutture- ha spiegato Fornasero - come le case di riposo San Giuseppe di Quattro Castella, San Pellegrino a Reggio Emilia, la residenza sanitaria riabilitativa di Reggio Emilia, l'hospice Casa Madonna dell'Uliveto. Siamo presenti anche nella sala d'attesa del carcere, accogliendo le persone che vanno a trovare i propri cari». Prima del Covid i volontari Vip erano anche in ospedale, non solo nel reparto di pediatria ma anche nella lungodegenza, in ortopedia, riabilitazione e urologia. «Speriamo che l'ospedale ci riapra le porte», ha lanciato un appello Mister Magoo. Per poi aggiungerne un altro: «Negli ultimi anni è sempre più difficile trovare volontari. Per questo invito tutti ad avvicinarsi a questa esperienza. Niente è lasciato al caso o all'improvvisazione: i nostri volontari sono formati e preparati per affrontare i diversi contesti in cui vanno a trovarsi. Nonc'è niente di più bello di entrare in una camera e riuscire a distrarre chi c'è dentro, anche solo per un momento. Il nostro naso rosso apre le porte a un 'altra dimensione». Anche Vasco Venturelli, presidente della Croce Rossa di Rubiera, si è unito all'appello: «I nostri volontari sono 256 ma quelli operativi sono 130.11 nostro comitato non ha dipendenti, siamo tuttivolontari, ma ivolontari stanno invecchiando, ci sarebbe bisogno di un ricambio generazionale anche perché servono preparazione e formazione continua». Anche Admo, l'associazione donatori di midollo osseo, è sempre alla ricerca di persone che credano nel loro progetto: «La nostra associazione, nata come piccola iniziativa, oggi conta tantissimi soci e donatori - ha spiegato Federica Biasion, referente sanitario di Admo Emilia-Romagna -. Reggio ha tra i tassi più alti di iscritti al registro dei donatori, solo lo scorso anno si sono iscritti 1.200 ragazzi trai 18 e i 35 anni, e questa è una risorsa preziosa considerando che ad aspettare la donazione del midollo sono in duemila, di cui la metà bambini». Di diritti e doveri, nonché di senso di responsabilità, hanno parlato tutti gli altri relatori. Da Fabio Salati, presidente del centro sociale Papa Giovanni XXIII, che ha raccontato di come la cooperativa sia cresciuta
nel tempo («Nati su spinta di don Ercole Artoni, nel 1977, per assistere i tossicodipendenti, oggi prestiamo servizi a 360 gradi per problematiche legate al sociale»), all'ingegnere Silvano Davoli, presidente del Lions Club Reggio Emilia: «La nostra associazione filantropica è nata nel 1917 in Illinois, oggi conta un milione e 400mila soci e si trova in 207 paesi nel mondo. In Italia i lions sono 47mila. II nostro impegno parte da una riflessione: il 10% della popolazione mondiale detiene più del 70% della ricchezza, e da qui nascono tutti i mali. Noi ci autotassiamo e destiniamo le risorse che raccogliamo per sostenere persone disagiate o iniziative che reputiamo utili a chi si trova in difficoltà». II 19 novembre, dopo quattro annidi pausa forzata a causa della pandemia, torneranno a riunirsi i sostenitori di Apro Onlus, l'associazione che in 39 annidi attività ha contribuito a
raccogliere circa8 milioni di euro, destinati all'acquisto di materiale tecnologico di alto valore per l'ospedale Santa Maria Nuova e anche alla formazione professionale di giovani professionisti delle varie discipline. «In programma abbiamo un pranzo a Salvaterra- ha spiegato il presidente Giovanni Fomaciari - per festeggiare l'ultima nostra iniziativa (abbiamo acquistato un macchinario da 300mila euro per la radioterapia oncologica, per il trattamento dei tumori della pelle) e presentare la nuova raccolta fondi: vogliamo acquistare strumenti per l'endoscopia che permettano di realizzare una struttura all'avanguardia assoluta, in grado di mettere in rete gli esami e le attività dei reparti dei vari ospedali della provincia». A riassumere il senso di tutto, con una frase che parrebbe scontata ma scontata non è, è stata Annamaria Marzi, presidente della Casa Madonna dell'Uliveto: «Si dice che finché c'è vita c'è speranza, ma sarebbe più corretto dire che finché c'è amore c'è speranza». Quell'amore, che fa rima con rispetto, preparazione e cura, che si ritrova nell'hospice di Montericco: «Hospice è una parola che non ci fa onore, fa pensare a un ospizio. In realtà il nostro è un modello organizzativo molto innovativo, noi ci prendiamo cura della persona, non solo della malattia. Abbiamo personale altamente specializzato, persone formate e motivate che pazienti e familiari chiamano "angeli". Facciamo percorsi di musicoterapia, abbiamo i clown in corsia, cerchiamo di fare stare meglio i nostri pazienti, li aiutiamo a superare la solitudine che una malattia grave spesso porta con sé. Noi- ha concluso- non facciamo eventi di beneficenza e non organizziamo cene o pranzi, ma cerchiamo di sensibilizzare alla complessità in cui siamo immersi: la nostra società guarda molto ai diritti, ma non bisogna dimenticarsi che ci sono anche i doveri, possiamo imparare non solo a chiedere ma anche a dare il nostro contributo». •

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Alla tavola rotonda su Volontariato, salute e solidarietà organizzata dalla Gazzetta hanno partecipato Grade Onlus, Apro Onlus, Associazione Admo, Centro sociale Papa GiovanniXXlll, LionsClub Reggio Emilia Host Città del Tricolore, Croce Rossa Rubiera, Vip-Vivere in positivo (Clown in corsia), Casa Madonna dell'Uliveto e il sindaco Luca Vecchi

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