GIORNALE 24-02-2023

Sezione: GIUSTIZIA-NORMATIVA
Ma per il pm è solo una rissa «Non spedizione squadrista»
Autore: Fazzo Luca

Ma per il pm è solo una rissa
«Non spedizione squadrista»
La Procura che indaga sul pestaggio davanti al liceo esclude aggravanti politiche: «Soltanto futili motivi»
L'INCHIESTA
La Digos ha perquisito le case degli indagati. Sotto accusa soprattutto uno dei minorenni
Luca Fano
• Un pestaggio inaccettabile, su cui indagare senza indulgenza: ma non c'entra l'odio di fazione, è successo tutto per caso, non è stata una spedizione squadristica. Per la Procura dei minorenni di Firenze, che indaga su tre dei sei giovani di Azione studentesca identificati per il pestaggio davanti al liceo Michelangiolo, si è trattato anzi di un episodio dettato da «futili motivi». Se a cercare di allontanare il gruppetto di destra che volantinava davanti al liceo classico fosse stato un cattolico o un grillino non sarebbe cambiato niente. Per questo la Procura ha deciso di non contestare agli indagati l'aggravante dell'articolo 604 ter, che inasprisce le pene «per finalità di discriminazione odi odio etnico, nazionale, razziale o religioso». L'inchiesta della Procura dei minorenni si svolge in parallelo all'indagine della Procura ordinaria a carico degli altri tre membri del gruppo, due diciottenni e un ventenne. In base ai video acquisiti dalla Digos, a colpire la vittima sarebbe stato in particolare uno degli under 18. Così a tirare le fila del caso è soprattutto la Procura dei minorenni, guidata da Antonio Sangermano. Sono stati Sangermano e il suo sostituto Giuseppina Mione a decidere di non contestare l'aggravante, riportando i fatti di sabato scorso a una dimensione meno allarmante di quanto descritto nei commenti degli ultimi giorni. Anche la Procura ordinaria ha scelto di tenere la stessa linea. Ieri mattina i sei indagati sono stati svegliati dalla Digos che ha perquisito le loro stanze, sequestrato i cellulari e portato via alcuni volantini. L'obiettivo è verificare se in qualche modo il gruppetto avesse pianificato la visita al Michelangiolo, storicamente il liceo più «rosso» di Firenze, con il
proposito di menare le mani. Se non dovessero emergere indizi di una violenza preordinata, l'imputazione è destinata a restare quella contenuta negli avvisi di garanzia consegnati ieri ai sei insieme al decreto di perquisizione: violenza privata e lesioni personali, per il labbro spaccato al ragazzo di sinistra. Ma le uniche aggravanti contestate sono l'avere agito in gruppo e per motivi futili. E una scelta, quella degli inquirenti fiorentini, dettata unicamente su quanto emerso finora dalle indagini, ma che può anche aiutare a svelenire il clima, evitando che dalle botte al Michelangiolo parta una serie di violenze. Per gli inquirenti andando a volantinare davanti al liceo «rosso», in un territorio da sempre precluso ai militanti di destra, i sei esercitavano un loro diritto. Con la loro reazione violenta sono passati dalla parte del torto. Ma qualificare il reato come eversivo o discriminatorio sarebbe, allo stato attuale degli atti, un eccesso immotivato. Tra gli elementi dell'indagine potrebbe entrare anche l'intervista, pubblicata ieri dalla Nazione, a un docente del Michelangiolo. L'insegnante, che chiede di restare anonimo «perchè la sua è una scuola molto politicizzata», descrive così l'episodio: «C'era questo volantinaggio dei ragazzi della destra, sono usciti quelli dei collettivi e hanno cominciato ad insultarli e strappare i volantini. Hanno tirato delle spinte ed a quel punto quelli di Azione studentesca hanno cominciato a picchiare. E sicuramente hanno esagerato». Per ricostruire meglio i fatti e le colpe dei singoli saranno importanti gli interrogatori degli indagati, previsti a partire dalla prossima settimana. «Risponderemo alle domande e diremo la nostra versione sui fatti accaduti», si limita a dire il difensore dei sei Sonia Michelacci. Ricostruzioni giornalistiche a parte, i pm hanno bisogno di sapere precisamente quali frasi siano state rivolte dai ragazzi del «Collettivo» della sinistra studentesca ai sei rivali venuti a volantinare al liceo, e in che momento si sia passati dalle parole alle botte.

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