AVVENIRE 24-02-2023

Sezione: GIUSTIZIA-NORMATIVA
Rigopiano, tanti assolti.«Vergogna» - Tante assoluzioni per Rigopiano Sdegno dei parenti: «Vergogna»
Autore: Fulvi Fulvio

Rigopiano, tanti
assolti. «Vergogna»
Fulvi a pagina 20
Tante assoluzioni per Rigopiano
Sdegno dei parenti: «Vergogna»
LA SENTENZA
Solo 5 condanne, tra cui il sindaco di Farindola e due dirigenti della Provincia di Pescara. L'accusa aveva chiesto in tutto 151 annidi reclusione. In aula le urla dei familiari delle 29 vittime: «Uccisi
due volte»
FULVIO R1LV1
1 processo sulla strage di Rigopiano si è risolto con un "colpo di spugna" Imputati quasi tutti assolti perché «il fatto non sussiste». Pene lievi solo per cinque dei trenta alla sbarra. Spazzato via il reato di disastro colposo. E scoppia la rabbia dei familiari delle 29 vittime che non accettano la sentenza ed esprimono il loro sdegno: «Così li avete uccisi due volte». Dichiarati innocenti, dunque, dal Gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sanadrea, gli amministratori e i funzionari pubblici sottoposti al giudizio con rito abbreviato. Tutti tranne l'ex sindaco di Farindola, llano Lacchetta, condannato adue anni e otto mesi perla mancata pulizia della strada e due funzionari della Provincia, Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio, ai quail sono state
inflitte pene a 3 anni e 4 mesi ciascuno. Questi ultimi non avrebbero «monitorato» la percorribilità della rete viaria e sarebbero responsabili del mancato reperimento della turbina che avrebbe dovuto togliere la neve caduta la notte precedente al disastro. Sei mesi invece sono stati inflitti al gestore dell'hotel, Bruno Di Tommaso, e al tecnico Giuseppe Gatto, estensore di una relazione sulle strutture architettoniche dell'hotel: entrambi ritenuti responsabili del reato di falso. A tutti e cinque i condannati sono state riconosciute le attenuanti generiche. Nel disastro avvenuto in località Rigopiano di Farindola, alle falde del massiccio del Gran Sasso, alle 6.49 del 18 gennaio 2017 morirono come detto 29 tra ospiti e dipendenti dell'hotel, rimasti intrappolati nella struttura, travolta da una gigantesca valanga che si era staccata dalla montagna sovrastante. Undici furono i sopravvissuti. Nel processo sono stati assolti, tra gli altri, l'ex prefetto Francesco Provolo e l'ex presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco. I reati ipotizzati nei confronti di tutti gli indagati erano, a vario titolo, disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni plurime colpose, falso, depistaggio e abuso edilizio. I parenti delle vittime, i quail prima dell'udienza avevano appoggiato su 29 sedie altrettante magliette bianche con le immagini dei loro cari morti, dopo la lettura della sentenza hanno urlato, rivolti al giudice: «Vergogna, ingiustizia è fatta Assassini. Venduti. Fate schifo!». Alcuni di loro sono stati trattenuti a stento dalle forze dell'ordine e il magistrato, per evitare di essere aggredito, si è dovuto barricare all'interno dell'aula. «Giudice, non finisce qui» è stato l'urlo di Giampaolo Matrone, 39 anni, di Monterotondo, uno dei superstiti della tragedia, che sotto la valanga persela moglie. Lannuncio di cospicui risarcimenti danni, non ha placato l'ira dei parenti. «Attenderemo le motivazioni della sentenza per valutare il ricorso all'appello. Ciò che emerge, per ora, chiaramente, è che è stato cancellato il reato di disastro colposo» ha spiegato il capo della Procura pescarese, Giuseppe Bellelli. II pm, nella sua requisitoria, aveva chiesto complessivamente per i 30 imputati, 150 annidi carcere affermando che quel giorno si era verificato «il fallimento di un intero sistema» e parlando anche di «un'omessa pianificazione territoriale». «La Carta valanghe era un compito che spettava ai dirigenti della Regione Abruzzo, e quell'idea tempestiva e lungimirante - ha sottolineato - è rimasta una buona intenzione senza risultati. Si è trattato di un ritardo inaccettabile». «Troppe cose in questo processo non mi hanno convinto - è stato il commento dell'avvocato Romolo Reboa, avvocato di alcuni familiari delle vittime -, tuttavia voglio sia chiaro che chi è stato dichiarato non colpevole in questo momento è non colpevole. La legge va rispettata. II problema - conclude il legale - era capire se i veri colpevoli stavano o meno dentro questo processo, ma questa è un'altra vicenda».

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IL FATTO
Sei anni fa la valanga sull'hotel
È la sera del 18 gennaio 2017: una valanga del peso di 120mi1a tonnellate si stacca dal Monte Siella e travolge l'hotel Rigopiano, a Farindola, un resort di lusso con spa a 1.200 metri sul versante pescarese del Gran Sasso. L'impatto distrugge l'intera struttura, la trascina e la sposta 10 metri più a valle: dentro ci sono 40 persone, di cui 29 perderanno la vita.
I superstiti e il ritardo della macchina dei soccorsi
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Le persone che vengono estratte vive dalle macerie dell'albergo inghiottito dalla neve
10 ore
Il tempo trascorso tra la prima telefonata di Sos e la partenza dei mezzi di soccorso
Lo striscione all'ingresso del Tribunale di Pescara nel ricordo delle 29 vittime di Rigopiano Ansa

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