REPUBBLICA 24-02-2023

Sezione: GIUSTIZIA-NORMATIVA
Rigopiano, ira dei parenti per le assoluzioni - Rigopiano, strage senza colpevoli La rivolta in aula: "Una vergogna"
Autore: Zunino Corrado

Rigopiano, ira dei parenti per le assoluzioni
dal nostro inviato Corrado Zumino • alle pagine 22 e23
Riconosciuti colpevoli cinque dei trenta imputati per la strage dell'hotel
Rigopiano, strage senza colpevoli
La rivolta in aula: "Una vergogna"
Solo cinque condanne su trenta imputati Cancellato il reato di disastro colposo
dal nostro inviato Corrado Zunino
PESCARA — Il giudice, occhiali tondi, resta in piedi. Fermo, in piedi. La rabbia, intorno a lui, Gianluca Sarandrea, è già minaccia: «Voglio che provi quello che ho vissuto io sotto la valanga». Il giudice per l'udienza preliminare ha appena letto, ieri, le 16 e 47, Aula Pinotti Aielli, la sentenza per la tragedia di Rigopiano, 18 gennaio di sei anni fa, la slavina a cento all'ora scesa in un minuto lungo il bosco, il resort nel mezzo della valle scoscesa, la tempesta di neve, le quattro scosse di terremoto. Ventinove morti, undici sopravvissuti. «Assolto, assolto, il fatto non sussiste, assolto». Assolto, dice il giudice Sarandrea, l'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo: la sua mancanza di controllo generale aveva portato il pubblico ministero a chiedere 12 anni. Assolto il presidente della Provincia di allora, il Pd Antonio Di Marco: la procura per lui aveva chiesto sei anni. Assolti i due vecchi sindaci di Farindola, che non avevano mai allestito un piano emergenza, neve e valanghe, come Dio avrebbe comandato. Assolti i dirigenti della Prefettura di Pescara, compresi quelli che avevano raccolto l'allarme — «l'hotel non c'è più» — commentando a fine chiamata: «La
mamma dei cretini è sempre incinta». Come fosse uno scherzo. Ventiquattro assolti su ventinove imputati, più una società, la Gran Sasso spa, proprietaria dell'hotel. Assolta. Cancellati i reati di disastro colposo e omicidio plurimo. «Sei un venduto, ti devi vergognare», urla Alessio Feniello, il padre di Stefano: fu multato perché aveva varcato l'area di Rigopiano sotto sequestro per portare un fiore al suo ragazzo di 28 anni. Giampaolo Matrone è sopravvissuto con il cento per cento di invalidità, ha perso la moglie Valentina ed è qui in aula: «Hai creato tu tutto questo — urla al giudice — Quel pomeriggio è stata tutta colpa di chi è rimasto sequestrato in albergo, vero?». L'emotività per un dispositivo scioccante scalda l'aggressività: «Stanotte quando andrai a dormire ti dovrai ricordare tutto questo». Urla e insulti davanti, in fondo altri cento parenti in lacrime, le t-shirt bianche con la foto migliore dei cari perduti stampata sopra. Gianpiero Parete, il cuoco che diede l'allarme e non fu creduto, prima della lettura era riuscito a dire: «Ho aspettato sei anni». Ora, appoggiato alla gabbia dell'aula, scuote la testa: «Ho aspettato per niente». C'erano 151 anni e qualche mese di richieste, ora ci sono 10 anni e 4 mesi di condanne spalmati su 5 protagonisti minori e per questioni lontane dal ricordo di quel caos: la mancanza dello spazzaneve, gli operai introvabili, la Provincia che non voleva utilizzare la turbina dell'Anas, i nove chilometri di tornanti da Farindola all'hotel che, era stato promesso, dovevano essere spazzati giorno e notte e al tramonto furono abbandonati alla furia della neve. Paga, solo un po', il sindaco di Farindola in carica, Ilario Lacchetta, c'era allora e c'è ora. Si e ricandidato, come gli altri due ex, da imputato. Due anni e otto mesi per lui, ma solo per non aver sgomberato l'Hotel Rigopiano. Nessun reato per non aver comunicato alle sale operative il suo isolamento. Le condanne più alte sono per due dirigenti provinciali, Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio: 3 anni e 4 mesi per non aver chiuso al traffico la provinciale 8, non aver reperito un mezzo sostitutivo della turbina Unimog, fuoriuso, non aver fatto pulire dalla neve la strada e monitorato quelle intorno. Sei mesi, con sospensione della pena, per il titolare dell'albergo, Bruno Di Tommaso, in quelle ore di sei anni fa lontano dalla struttura. Sei mesi per Giuseppe Gatto, il tecnico che aveva redatto la relazione allegata alla richiesta della proprietà di intervenire su tettoie e verande. Ha gli occhi gonfi Nicola Colangeli, 75 anni, il padre di Marinella, responsabile della spa per nove anni. «Li hanno tenuti là dentro fino all'ultimo e fino all'ultimo hanno raccolto prenotazioni, li hanno fatti morire come topi». Volano penne e agende, in aula. Carabinieri e polizia trattengono i parenti: «Mi lasci parlare con il giudice, voglio capire». Il gup Sarandrea resta trenta minuti in piedi, scosso e immobile. Dice a Repubblica: «Restare qui aiuterà a placare gli animi. Mi aspettavo questa reazione, noi giudici siamo sempre le calamite delle reazioni delle parti lese». v,IRRODOZIONE RISERVATA

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I numeri
29
Le vittime II 18 gennaio del 2017 la tragedia dell'hotel Rigopiano: 29 le persone uccise dalla valanga, 111 superstiti
30
Gli imputati Accusati, tra l'altro, di disastro colposo e omicidio plurimo: 150 gli annidi condanna chiesti dall'accusa
25
Le assoluzioni Solo cinque le condanne per un totale di 10 anni e 4 mesi. Cancellato il reato di disastro colposo
A Pescara L'indignazione dei parenti delle vittime alla lettura della sentenza sul disastro di Rigopiano

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