SOLE 24 ORE 24-02-2023

Sezione: GIUSTIZIA-NORMATIVA
Tribunale dei brevetti: in stallo la sede di Milano - Sede di Milano in stallo per la lite sulla competenza sui farmaci - Tribunale dei brevetti a Milano, l'attacco di Francia e Germania
Autore: Cavestri Laura

Tribunale dei brevetti: in stallo la sede di Milano
Francia e tedeschi contro
È in stallo la trattativa per portare a Milano una delle tre corti centrali del nuovo Tribunale per il brevetto unitario dopo il trasferimento della sede di Londra. Le altre due sono a Parigi e Monaco di Baviera. Alla candidatura italiana si oppongono Francia e Germania che, grazie alle ambiguità della normativa sul dopo-Brexit, avevano deciso di avocare a sè le competenze in materia inizialmente spettanti alla City. E vorrebbero continuare a tenersele, in particolare quelle sui contenziosi in materia chimico-farmaceutico e biotech, con una spartizione che lascerebbe a Milano solo poche briciole.
Laura Cavestri —a pag. 23
Tribunale dei brevetti Sede di Milano in stallo per la lite sulla competenza sui farmaci —p.23
Tribunale dei brevetti a Milano, l'attacco di Francia e Germania
L'impasse è collegata alla difficile ripartizione tra tre stati delle cause legate ai contenziosi sui brevetti
Ii raso
Il ministro Nordio scrive agli omologhi francesi e tedeschi a tutela dell'Italia
Nella corsa per la terza corte il paese prova a fare pesare il ruolo nella farmaceutica
Laura Cavestri
È un braccio di ferro sulle competenze la trattativa in corso (e per ora in staIlo) per portare a Milano non la sede regionale (già prevista), ma una delle tre corti centrali del nuovo Tribunale per il brevetto unitario (le altre due sono a Parigi e Monaco di Baviera). Da un lato, infatti, c'è l'Italia che - facendo valere tutto il "peso" del suo sistema manifatturiero e con tutte le carte in regola per numero di brevetti depositati - ha da tempo candidato Milano a ospitare una delle tre sedi centrali del futuro tribunale (trasferita da Londra causa Brexit) che dovrà dirimere, con sentenze che avranno per la primavolta'giurisdizione" intutti i Paesi Ue, le liti inmateria brevettuale e di tutela della proprietà intellettuale. Dall'altro d sono Franca e Germania che, con la fuoriuscita di Londra (essendo la normativa ambigua su cosa fare), avevano deciso di avocare a sè le competenze in materia inizialmente spettanti alla City. E alcunevorrebbero continuare atenersele. Più che una questione puramente tecnica o di egoismi, untema economico. Una stima - di qualche anno fa e forse oggi poco attendibile - valutava l'indotto di ospitare una sede del tribunale per il brevetto unitario (tra servizi diretti e indiretti) in oltre 3oo milioni di euro l'anno. Anche perché la sede di Londra era destinata a occuparsi delle liti riguardanti (oltre la metallurgia) soprattutto l'ambito chimico-farmaceutico e biotech. Contenziosi «ghiotti», milionari e complessi. A metà febbraio, dunque, è giunta la proposta di Francia e Germania: trasferire in Italia sì la terza sede centrale, ma lasciando chimica e metallurgia a Monaco di Baviera, e a Parigi quella quota di brevetti farmaceutici dotati di SPC (certificatodiprotezione supplementare: in pratica, un certificato che prolunga la protezione brevettuale di un farmaco per consentirgli di recuperare i guadagni"persi" nel tempo trascorso tra il deposito della domanda di brevetto e l'effettivamessa in commercio). In altri termini, almeno il 90% dei farmaci che hanno avuto successo sul mercato. All'Italia resterebbero, così, brevetti sui medicinali senza SPC (poche ed economicamente poco interessanti) e il biotech non farmaceutico. Non se ne parla Controproposta italiana (sinora accolta freddamente): nessun problema per la metallurgia a Monaco. Maci teniamolachimica(che alla farmaceutica è legata) e a Parigi solo la quota di brevetti farmaceutici con SPC dove non siaindciscussione lavalidità o la contraffazione del corrispondente brevetto di base. In pratica, troviamoun accordo. Il dossier è infatti all'attenzione di tre ministeri(Esteri, Imprese e Made in Italy e Giustizia). E ciascun ministro si è sinora mosso in questa direzione. Ma ieri ilGuardasigilli Carlo Nordio - anche per competenza di materia - ha scritto agli omologhi

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francese (Eric Dupond-Moretti) e tedesco (Marco Buschmann) per tenere il punto sulla posizione italiana. In ogni caso, al di là di quale sarà il perimetro definitivo, ci sono due questioni. Una tecnico-legale el'altradiopportuni tà politica ed economica L'articolo 87(comma 2) dell'Accordo sul Tribunale (Upca) prevede che l'accordo si possa modificare per adeguarlo a un trattato internazionale in materia di brevetti o al diritto dell TJnione. E la Brexit è un valido motivo per destinare la corte centrale ad altra sede. Ma nulla impone olegittima una revisione anche delle competenze. Peraltro, il trattato, così com è, è stato recepi to da tutti i Paesi. Inoltre, ili° marzo scatterà la fase tecnica-propedeutica (sunset season) all'entrata in funzione di tutte le corti dal i° giugno e la questione dovrà essere decisa in pochi giorni. L'Italia sconta una difficoltà di dialogo all'interno della Ue, soprattutto con la Francia. Forzare sino a minacciare l'uscita della seconda manifattura europea (ai vertici proprio della produzione farmaceutica Ue) dal sistema del brevetto unitario europeo non converrebbea nessuno. Ma portare a casa una' vittoria di Pino"con una corte centrale "svuotata" di gran parte delle competenze potrebbe addirittura essere più un costo che un vantaggio. Perché il tribunale e il suo funzionamento sono a carico del Paese ospite, ma senza contenziosi di valore, anche i guadagni diretti e l'indottopotrebbero non valere l'investimento.
II palazzo. Nell'immagine la possibile sede del Tribunale dei brevetti a Milano che sarà ospitata nelle stanze del Tribunale della città in via San Barnaba

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