CORRIERE DELLA SERA 24-02-2023

Sezione: GIUSTIZIA-NORMATIVA
Intervista a Gherardo Colombo - «Da ragazzino a scuola mi bocciarono due volte Agli inizi della mia carriera giravo con un revolver»
Autore: Mastrantonio Luca

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UNA CITTA IL GRAN LOMBARDO
«Da ragazzino a scuola mi bocciarono due volte Agli inizi della mia carriera giravo con un revolver»
Gherardo Colombo: prima di Mani Pulite
ero un milanista accanito, poi mi sono calmato
?anni del pool «L'unico che sento ancora è Davigo. Vedo spesso Cusani, tra noi c'è una vera amicizia»
di Luca Mastrantonlo
Nel salotto della casa milanese di Gherardo Colombo, un golden retriever (Luce) ci osserva dal divano, la testa poggiata sul bracciolo coperto da un lindo fazzoletto bianco. Colombo ha l'aria di aver finito da poco un esercizio di fatica domestica (un rubinetto da sistemare). L'occasione del nostro incontro è l'uscita del nuovo libro Anti Costituzione. Come abbiamo riscritto (in peggio) i principi della nostra società (Garzanti). Lei è classe 1946, brianzolo, mamma casalinga, papà medico. Primo ricordo? «La scossa di corrente elettrica, per le dita in una presa elettrica. ira G sono venuti i capelli ricci... (ride). Ero piccolo e sperimentavo. I miei non si arrabbiavano, erano accoglienti». . A scuola come andava?
«Bocciato in seconda media e quarta ginnasio, ho recuperato l'anno in entrambe le occasioni. Avevo difficoltà a entrare in relazione con gli altri. Ero obeso... Finalmente al liceo ho capito che la libertà passa per lo studio. Poi scelsi Giurisprudenza...». Si immaginava già giudice? «Mio padre faceva il medico generico, girava di giorno e di notte, curava, faceva partorire. Volevo essere utile come lo era lui, e a mio parere verificare il rispetto delle regole lo era. A differenza del medico non avrei dovuto mettere le mani sulle persone. L'alternativa era Fisica, mi piace capire il perché dei fenomeni». Nella Giustizia ha individuato qualche legge fisica? «Non è una legge fisica, ma poco ci manca. L'importanza dell'ambiente nelle scelte che le persone fanno anche nel campo della trasgressione. Sa, la storia in cui l'imputato è davanti al giudice, chiuso nel posto degli imputati e dice: "Signor giudice, se lei fosse nato dove sono nato io e io dove è nato lei, qui ci starebbe lei e io sarei lì". Una regola che soffre poche eccezioni». CI sono ambienti in cui uno
sceglie di stare. La P2. Cosa ricorda di quando nel 1981 con Giuliano Turone scopriste le liste di Lido Gelli? «Stupore e indignazione. C'erano i capi dei servizi segreti, c'era chi aveva inquinato le indagini sulle stragi, ministri, imprenditori, giornalisti, magistrati, la catena di comando del Corriere della Sera... C'erano buste sigillate che contenevano inquietanti notizie di reato...». Quale tu la prima reazione? «Preoccupazione, che i servizi segreti potessero venire a riprendersi le carte. Fotocopiare 5 mila fogli era impossibile, allora incominciammo a selezionare, fotocopiarne le più importanti, descriverle accuratamente, nasconderle in un fascicolo che riguardava altre indagini». Lei agli inizi della sua carriera girava armato. «Qualche volta mi capitava di portare la pistola.1119 marzo 198o venne ucciso Guido Galli, con cui lavoravo. E nei gironi immediatamente precedenti erano stati ammazzati altri due giudici. Prima linea rivendicò l'omicidio di Guido. Alcuni colleghi scapparono nei Paesi di origine. Io sono ri
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masto, ma per una settimana ho dormito fuori casa, finché la mia moglie di allora mi ha aiutato a riprendermi. Ma ogni volta che mi fermavo con la moto ad un semaforo e qualcuno attraversava dietro, mi aspettavo il colpo. Nonostante le armi non mi siano mai piaciute mi sono obbligato ad andare in armeria, ma a comperare una pistola non ce l'ho fatta. Ci ho sono tomato un'altra volta, niente. Alla terza volta mi Sonó cbstieet«) ed ho preseui triolver»>. Cotattpr($'atö?" «Quando nal sembrava d'essere più espöiitò davauna sensazione cif si arezza.1* è irrazionale. ahtidcitq, ùn'esor- clzzazlòae della pate e bastar L'anno dopo, s'eopertal,a P2,. p111anno attségisato: ld scorta, e l'arma I ho inter In' cassa-a forte, 1n4uglctç . Dimessomi dalla magistratura nel l'ho consegnata- iir estera chiedendo ,venisse distrutta. Non volevo ;cire qualcuno usasse contro qualcun altro l'arma che era stata mia». Molto cauto. Lei si è mat sentito tradito da qualcuno? «Durante Man} Pulite avevamo scoperto un grande giro di corruzione nella Guardia di finanza di Milano, un corpo con cui avevo lavorato tanto e bene. Un imprenditore, interrogato, coinvolse un colonnello con cui avevo lavorato e di cui mi fidavo, temevo potesse fare un gesto estremo. La lettera che Sergio Moroni aveva scritto decidendo di suicidarsi mi aveva colpito profondamente, per cui ho disposto che, una volta arrestato, il colonnello venisse portato subito da me per l'ilaterrogatorlo, per evi tee e cie;potesse compiere atti precisando che lo avrei atteso fino al giorno dopo. Arrivò alle 4 di notte e mentre aspettavamo il suo avvocato mi chiese: "Dottore mi dice lei cosa fare? Patteggio la pena? Dico che sono innocente o confesso? Mi dica lei..." Mi sono stupito, pensavo fosse disperato, non era nemmeno imbarazzato». Lei non si arrabbia mai? «Con le parole reagisco al momento, se percepisco un'ingiustizia. Ma conto fino a dieci e non vado oltre. Comunque mi arrabbio». L'ultima volta? «L'altro giorno, attraversavo sulle strisce pedonali con Luce, un'auto quasi ci ha investito. Che caspita!» Ha urlato «che caspita»? «Purtroppo a volte mi scappa anche qualche parola "turpe"». Dlmdle immaginarla. «Allo stadio, fino agii anni 'go, ero un tifoso accanito del Milan». Smise durante Mani Pulite? «È che allo stadio qualche volta mi lasciavo coinvolgere, e magari dietro di me qualcuno non la prendeva bene».
Chi è
• Gherardo Colombo (&losco, 1946) ex magistrato, è attivo nelle scuole e nelle carceri con l'associazione «Sulle regole»
• Presidente di Garzanti libri, ha pubblicato Anti Costituzione. Come abbiamo riscritto (in peggio) i principi delta nostra societd
È restato tifoso? «Sì, ormai all'acqua di rose. Mi ha fatto ricordare che quando interrogammo Adriano Galiani, ad del Milan, sul MO di Lelitini, per il possibile falso in bilanciò, lui a un certo plinto, vedendo che eravamo Davigo, Di Pietro ed io disse: "Addirittura in tre .per questa vicenda?". E Davigo: `Sa, l'indagine l'ha fatta Colombo, ma siccome è milanista non ci fidiamo tanto". Era ovviamente una battuta, ma Piercamillo non sa resistere». Net atara, a 3o annidgMani Punte, ha fatto un incontro pubblico con Sergio Ctigenit che fu condannato. «Ci conoscevamo anche prima della vicenda. Ci vediamo con una certa frequenza, cl sentiamo spesso». . Sente più Cumuli del egioi er colleghi del pool? «Sicuramente.. Con una certa costanza vedo e sento Piercamillo Davigo, abbiamo un rapporto di amicizia. Pero sento più frequentemente Sergio Cusani, del quale pure sono amico». Un colpevole redento le dà più soddisfazione? «Non è questione di soddisfazione, è questione del riconoscersi, di riconoscere le perspire cilstIngtìere le persoie daibrà.atti. E magari considè>!are; cösa che vale particolarmente per Sergio, il percorso che hanno fatto».
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EX magistrato Gherardo Colombo, 76 anni, ha partecipato alle inchieste su P2, delitto Ambrosoli, Mani Pulite e Lodo Mondadori

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